Questo è l’interrogativo che molti appassionati si sono posti. Una pista per automodelli radiocomandati in un paesino di poco più di 500 anime, che stenti persino a trovarlo sulle cartine geografiche.
Come Mai?
Andò pressappoco così.
Era l’anno 1977, e un “giovanotto” di allora, del luogo, fece un acquisto insolito per quegli anni; acquistò un modellino di formula uno, in scala uno a otto con motore a scoppio, e si manovrava non con dei fili, ma con le leve poste su di una scatoletta tenuta in mano, attualmente chiamata: radiocomando.
Non stiamo a raccontarvi le peripezie sostenute per avviare il motore, o per farla andare dritta. Le curve? Le curve si! Le curve le faceva soprattutto la dove non c’erano, o forse è meglio dire: sbandate e testa coda a volontà. Le prime volte sulla stradina dopo il passaggio a livello (che attualmente porta alla pista), poi nei vari piazzali delle località limitrofe, fino a fare conoscenze con altri “disgraziati” appassionati della vicina città di Treviso (Zerio and company). Ben presto ci accordammo per un primo incontro da svolgersi sulla pista di kart di Jesolo, quasi una sfida rivolta contro i piloti locali. E fu così che il “giovanotto” vinse la sua prima gara, o meglio forse arrivò di poco davanti agli altri 15 amici. E… come sempre, da cosa nasce cosa. Una seconda sfida fu disputata sul piazzale del mercato ortofrutticolo di Treviso, dove Zerio s’impose autorevolmente per tutta la giornata. Poi il “circo” sbarca a Fener (sul piazzale dell’ex sede Veneta Surgelati). Il successo fu tale che lo stesso anno, si decise, sempre con la locale Pro-Loco di fare una seconda gara. Questa volta molto meglio organizzata, con premi in natura coppe ecc., ed una ricca lotteria, aperta a tutti, abbinata ai sei piloti finalisti (allora in finale andavano solo in sei).
Il successo fu ben al di sopra di tutte le più rosee attese; più di 50 sono stati i partecipanti giunti anche dalle regioni vicine, compresa la squadra ufficiale della Mantua Model capitanata dal titolare Franco Poldi che sbaragliò il podio, il pubblico davvero entusiasta aveva letteralmente bloccato con le auto in sosta le varie stradine d’accesso, mandando in crisi addirittura anche la viabilità della vicina statale feltrina.
Alla fine della giornata, il “giovanotto” stanco, ma contento per il successo ottenuto, con il compianto presidente Mario Durighello e tutti i consiglieri della Pro-Loco sono stati concordi in un’unica idea … FACCIAMO UNA PISTA PERMANENTE.
Detto e fatto, quella stessa sera, anzi quella stessa notte, sostenuti dall’entusiasmo, dopo aver deciso dove poter sviluppare l’impianto, si dette inizio ai più svariati progetti, abbozzando disegni di vari tipi di piste, i dubbi sono stati tanti: quanto lunga la facciamo ? E quanto larga? Non sapevamo, anche perché nessuno sapeva darci le dritte necessarie. Per sentito dire sembrava che lunga 200 metri e larga 4 fosse anche troppo. E così con tanta buona volontà, dopo pochi giorni s’iniziò a disboscare, tagliare, scavare, pulire, creando il nascere della pista, per portarla al termine nei primi mesi del 1978. Battezzandola da subito "Pista Verde Fener".
Iniziarono le prime “garette” 70/80 concorrenti, potete immaginare con che mole organizzativa e notevole impegno si andava incontro, anche perché non c’erano ancora i computer (il primo è entrato in pista nel 86, “Commodor 64”, grande!), le batterie, le classifiche ecc. si faceva tutto a mano; il cronometraggio era composto di un commissario ogni macchinina, con cronometro (Casio), carta e penna. Ogni gara era un’avventura, però era bello ugualmente e ci divertivamo molto.
La gara più importante di quell’anno 1978 è stata ad ottobre: Corsa dei Campioni vinta da Arcaio da Castello di Godego.
Per la cronaca, il record sul giro è stato di 16 secondi e 9 decimi, ottenuto da Dante Toniolo, resistendo per più di un anno.
Naturalmente era la prima edizione di detta gara. L’anno seguente, come poi ogni anno sarà il 15 d’agosto (Ferragosto) il protagonista di questa classica, giunta alla 30esima edizione.
In sintesi è così che sono nate la nostra cara amata PISTA VERDE e la CORSA DEI CAMPIONI.
… ah! Dimenticavo, quel “giovanotto” sopra citato, si chiama Giustino.
Scritto da Giustino Todoverto 2009